Giornata Nazionale della Psicologia 2020: aspetti essenziali e riflessioni critiche sul Diritto alla Salute Psicologica

Noi de Il Filo Rosso – Psicologia in Campania desideriamo dare il nostro contributo nella Giornata Nazionale della Psicologia, patrocinata dal Ministero della Salute e promossa dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, giunta quest’anno alla sua quinta edizione. Il tema della campagna 2020 è il Diritto alla Salute Psicologica.

Usufruire del Diritto alla Salute Psicologica e promuovere il Benessere Psicologico
a cura della Dott.ssa Filomena De Falco

Conseguentemente all’approvazione del DL. Lorenzin, il 22 dicembre 2017 dal Senato della Repubblica (“Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali, nonché disposizioni per l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza, per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministro della Salute”), a partire da gennaio 2018 la professione di psicologo rientra tra le professioni sanitarie e anche il Diritto alla Salute Psicologica diventa diritto fondamentale di ogni persona. Trova dunque piena applicazione, anche rispetto al Diritto alla Salute Psicologica, l’art. 32 della Costituzione: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in alcun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Lo psicologo opera al fine di conoscere, migliorare e tutelare il benessere psicologico e la salute in persone, famiglie, comunità e organizzazioni sociali e lavorative. Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, il benessere psicologico è lo stato nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le proprie risorse cognitive e/o emozionali per rispondere in modo consapevole e funzionale alle esigenze quotidiane di vita, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattandosi alle circostanze esterne e gestendo in modo costruttivo e funzionale i conflitti esterni e quelli interni. Il benessere psicologico è inteso, dunque, come uno stato di equilibrio fra la persona -con le proprie risorse e i propri bisogni- e le richieste dell’ambiente in cui vive. Lo stato di benessere psicologico rappresenta una condizione dinamica, in continuo mutamento e riadattamento, il cui equilibrio non è dato a priori, ma costituito ogni volta, in relazione al contesto socioculturale in cui si è inseriti.

Il benessere biopsicosociale: dall’istituzione dei LEA all’approvazione della legge sullo psicologo nelle cure primarie
a cura della Dott.ssa Carmen Giannetti

Il Documento LEA -Livelli Essenziali di Assistenza- divenuto normativa (DPCM) nel 2017, nasce grazie ad un intenso lavoro e alla collaborazione dell’allora Presidente del CNOP Fulvio Giardina con il coordinamento di David Lazzari dell’Esecutivo CNOP, nonché della Task Force LEA nazionale, appositamente costituitasi, e il Ministero della Salute.

A tal proposito, possiamo parlare di una svolta epocale se si pensa che, per la prima volta, l’attenzione sanitaria, culturale e scientifica si sposta dall’appannaggio di codici fino ad allora appartenuti esclusivamente alla “psichiatria” e alla “neurologia” per allargarsi al benessere e agli interventi psicologici e psicoterapici che Stato e Regioni, mediante i LEA, si impegnano a garantire a tutti i cittadini – “gli interventi psicologici diventano “diritti esigibili”, finalmente alla pari con tutti gli altri bisogni di salute” (Fulvio Giardina).

Una manovra concreta che consente al lavoro di ogni psicologo di acquisire criteri di scientificità e misurabilità, oltre che agganciarsi alle specifiche esigenze e ai bisogni del singolo.

Tra gli obiettivi prefissati al tavolo dei lavori: rafforzare e istituire, ove mancano, i servizi psicologici nelle ASL e Ospedali, creare la figura dello Psicologo nelle Cure Primarie, coinvolgere gli Psicologi liberi professionisti in forme nuove e funzionali.

Una nuova vittoria, dunque, nel rispetto di un concetto di salute e benessere integrati e riconosciuti nel loro “diritto di appartenenza” per ciascun essere umano.

È con tali premesse che si arriva alla Legge sullo Psicologo nelle Cure Primarie, approvata dalla Regione Campania nel 2020, che prevede la collaborazione tra psicologi, medici di Medicina Generale e pediatri di libera scelta. Un’attenzione maggiore, risultato di un lavoro professionale di equipe in rete, rivolta agli aspetti socio-relazionali e contestuali che possono accompagnare le sintomatologie organiche, rinforzando e sottolineando, ulteriormente, il diritto alla salute psicologica.

Interventi di sensibilizzazione e psico-assistenziali per la promozione della salute mentale
a cura della Dott.ssa Rita Scognamiglio

La salute mentale è un diritto di ogni essere umano, fondamentale per una migliore qualità della vita, per la coesione sociale, la possibilità di essere individui attivi e creativi e per la produttività. Tuttavia, è necessario promuovere a livello socio-culturale interventi mirati per la sensibilizzazione e l’assistenza psicologica al cittadino, quali:
-Programmi psicoeducativi, caratterizzati da una prima fase informativa e, successivamente, da una fase di sviluppo delle abilità che includa training di potenziamento delle risorse personali e percorsi di cambiamento di schemi di valutazione disfunzionali;
-Incontri informativi sul tema del benessere psicologico e interventi di prevenzione dei comportamenti disadattavi, in contesti diversi e per un’ampia sfera di utenti;
-Laboratori esperienziali che pongano l’attenzione sulle abilità emotive di base, l’intelligenza emotiva e l’agire psicosociale in adulti, giovani e bambini, al fine di incoraggiare lo sviluppo dei processi di  autoconsapevolezza, autonomia, empatia e gestione dello stress;
-Programmi di sensibilizzazione e formazione sui temi della salute mentale, mirati alla formazione di persone indipendenti, con la  capacità di prendere decisioni sulla propria salute psicologica in modo consapevole ed efficace sia a livello individuale che sociale;
-Programmi specifici rivolti alle famiglie, ai genitori, agli insegnanti, su tematiche precise, così che possano trasmettere informazioni corrette ai bambini fin dall’infanzia;
-Programmi per il sostegno psicologico al singolo e alla comunità, da coinvolgere come partner attivo nella progettazione del proprio percorso di salute.
Questi sono solo alcuni esempi dei possibili interventi da portare sui territori. A tal fine, è imprescindibile il coinvolgimento di èquipe di professionisti con competenze diverse e complementari. È questo uno degli obiettivi che il nostro progetto si pone: una rete di professionisti con competenze diverse che possa proporre una serie di interventi specifici sulla salute psicologica. In particolare, in questo periodo segnato dall’emergenza sanitaria causata dal COVID-19, si ritiene necessario proporre interventi di sostengo psicologico ad ampio spettro e tramite mezzi non convenzionali (come lo sono gli strumenti digitali) per fornire supporto psicologico alle persone contagiate, ai familiari, agli operatori coinvolti in prima linea e alla comunità in senso più ampio.


Professionisti della salute mentale a confronto: differenze tra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra
a cura della Dott.ssa Genoveffa Amore

Nel linguaggio comune spesso ci si ritrova ad usare i termini di Psicologo, Psicoterapeuta e Psichiatra in maniera interscambiabile, quasi come se una professione equivalesse all’altra.

In realtà non è così.

All’interno della campagna promossa dalla Giornata Nazionale della Psicologia, dal titolo “Diritto alla salute Psicologica”, noi del “Filo Rosso” riteniamo sia di fondamentale importanza fare chiarezza, al fine di consentire una scelta consapevole del professionista meglio indicato per il proprio bisogno.

Esaminiamo quindi i percorsi formativi e professionali delle diverse figure che si interessano della salute mentale:

  • Lo psicologo è un laureato in Psicologia (laurea quinquennale), che dopo aver svolto un Tirocinio post-lauream della durata di 1000 ed aver superato l’Esame di Stato può effettuare l’iscrizione presso il proprio Albo Professionale per esercitare la professione. Lo scopo principale del lavoro dello psicologo è la promozione del benessere della persona. Egli svolge attività di sostegno psicologico, psicodiagnosi, abilitazione/riabilitazione, consulenza psicologica e attività di ricerca in ambito psicologico. I sui principali strumenti di intervento sono l’osservazione e il colloquio clinico, ed eventualmente può avvalersi dell’uso di test psicologici con una funzione diagnostica ed orientativa. Lo psicologo non è un medico e non può quindi prescrivere farmaci.

  • Lo Psicoterapeuta è un laureato in psicologia o medicina, iscritto al relativo Albo professionale, che ha acquisito una specifica formazione post-lauream della durata almeno quadriennale, presso scuole di specializzazione universitarie o riconosciute dal MIUR. Durante il suo percorso effettua anche un tirocinio pratico annuale e la supervisione da parte di psicoterapeuti esperti. Quello di psicoterapeuta è dunque un titolo legale aggiuntivo rispetto a quello di psicologo o medico. Lo Psicoterapeuta non laureato in medicina non può comunque prescrivere farmaci. La psicoterapia consiste nel trattamento dei disturbi psicopatologici ed è essenzialmente fondata sull’interazione fra il terapeuta ed il paziente, tramite l’utilizzo di particolari tecniche e setting.

  • Lo Psichiatra invece è un laureato in medicina e chirurgia con specializzazione in psichiatria. Egli è un medico: può prescrivere farmaci generici e/o psicofarmaci e richiedere e valutare esami clinici. La psichiatria è la branca specialistica della medicina che si occupa dello studio, della prevenzione, della cura e della riabilitazione dei disturbi mentali e dei comportamenti patologici. Lo psichiatra pone diagnosi riguardo a tutti i disturbi psicopatologici. Valuta la sintomatologia e il decorso clinico e propone una cura che può indirizzarsi verso un intervento farmacologico e/o psicoterapeutico.

È necessario talvolta che le diverse figure collaborino tra di loro per ristabilire il benessere psichico della persona, ristabilendo quindi laddove necessario sia l’equilibrio fisiologico che psicologico, nell’ottica di integrare così mente e corpo.

Lo psicologo in ambito pubblico e privato: limiti e ambizioni
a cura della Dott.ssa Sara Scia

Oggi, a causa delle difficoltà e dei limiti del nostro SSN (Sistema Sanitario Nazionale), siamo portati a rivolgerci ad Enti e Centri privati, per usufruire di servizi importanti per il nostro Benessere psicofisico, al fine di garantire, a noi stessi o alle persone care, la tutela del nostro stato di Salute. Tale problematica, evidenziata ulteriormente dalle attuali difficoltà relative all’emergenza sanitaria Covid-19, investe in maniera quasi trasversale il nostro Paese, influendo inevitabilmente anche sulle possibilità di intervento relative all’ambito Psicologico.

Il Diritto alla Salute Psicologica, infatti, risulta fortemente compromesso dalle attuali, difficili condizioni degli Enti Pubblici preposti alla Cura della “Persona”. 

Tale situazione può spesso indurre a comportamenti relativi alla salute che, paradossalmente, risultano poco funzionali per il benessere psicofisico della persona, come il mancato ricorso alla prevenzione, al sostegno psicologico, alle psicoterapie o a trattamenti psichiatrici, per assenza di risorse economiche individuali e dei servizi territoriali o per mancanza di informazione e sensibilità riguardo ai temi della salute psicologica. Situazioni di questo tipo possono gravare ulteriormente su un Sistema Sanitario già in difficoltà. Il rischio, infatti, è che condizioni di disagio psicologico, trattabili con “costi” emotivi ed economici minimi, degenerino in situazioni dolorose ed economicamente difficili da affrontare nel settore pubblico. Un’altra possibile strada è il ricorso al Settore Privato, a servizi sanitari e specialistici, a cui, tuttavia, possono accedere solo persone che possiedono risorse culturali ed economiche sufficienti. Inoltre, in alcuni casi, tale modalità di intervento può indurre ad una frammentazione dei servizi relativi alla salute della “Persona”, che avrebbe Diritto a un’attenzione in ambito sanitario e sociale, che integri i differenti aspetti del suo benessere in una prospettiva Olistica. Per puntare a un maggior rispetto del diritto alla salute psicologica dell’Individuo e della Comunità, sarebbe certamente auspicabile un’informazione eticamente strategica riguardo agli effetti Benefici ed economicamente Proficui del Benessere psicologico in tutti i Contesti sociali ed istituzionali. Inoltre, tali interventi dovrebbero vedere la collaborazione di professionisti che operano in ambito pubblico e privato.

Possibili fattori di criticità individuali: stereotipi e pregiudizi sulla possibilità di chiedere aiuto e di usufriure del diritto alla salute psicologica
a cura della Dott.ssa Claudia Langella

“Ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo, coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini” 

Alda Merini

Siamo quasi alla fine del 2020 e spesso ci tocca ancora ascoltare frasi del tipo: “dallo psicologo vanno i pazzi”, riflettiamo insieme sulla potenza di tale pregiudizio.

Un pensiero di questa natura, se socialmente condiviso, nega la possibilità di chiedere aiuto in un momento di vita critico. Chi di noi non ha attraversato o dovrà affrontare difficoltà nella propria esperienza? E immaginare di poter essere supportati e sostenuti in questa circostanza come vi fa sentire? Non abbiamo sempre tutte le risorse personali e sociali per affrontare da soli i problemi, o spesso non ne siamo consapevoli, ed ecco che lo psicologo può essere una figura professionale adatta a tale esigenza.

Siamo consapevoli che sostenendo tali stereotipi neghiamo il diritto di tutti alla salute psicologica, vergognarsi del proprio disagio non aiuta a sentirsi meglio, anzi può portare al ritiro sociale e all’isolamento. E allora perché non impegnarci a diffondere la Cultura psicologica iniziando dalle persone che frequentiamo, dalla propria famiglia, per poi rivolgerci anche alla comunità di appartenenza e così via? Iniziamo a considerare la mente, la nostra psiche, come parte del nostro corpo che merita attenzione, come quando andiamo dal dottore per un qualsiasi malessere fisico.

Garantire il diritto alla salute psicologica è un dovere, darsi la possibilità di usufruirne è una scelta: una riflessione sulla responsabilità
a cura della Dott.ssa Martina Messina

Il concetto di diritto alla salute psicologica si compone di una moltitudine di fattori, non solo burocratici e sociali, che necessitano di incontrarsi, incastrarsi e intersecarsi alla perfezione. Si tratta di incastri necessari affinché questo prezioso diritto possa essere garantito a tutti i cittadini, ma altresì i cittadini siano pronti ad accoglierlo, riconoscerlo e usufruirne. Perché questo sia possibile, però, è imprescindibile che il singolo, i gruppi, le comunità e le organizzazioni acquisiscano una maggiore consapevolezza rispetto al concetto di salute e di benessere psicologico, rispetto al riconoscimento dei propri bisogni e alle risorse da mettere in campo per conquistare il diritto alla salute psicologica.

In particolare, la nostra esperienza nella clinica e nel sociale ci ha mostrato come spesso si crei un vero e proprio gap di congruenza tra il bisogno e la scelta di intraprendere un percorso per la cura di sé. Di frequente, infatti, può accadere che la persona si renda conto di avere un bisogno, ma decida comunque di non rivolgersi ad un professionista della salute psicologica. Per spiegare tale scelta potremmo tornare a fare riferimento agli stereotipi e ai pregiudizi nei confronti della professione, rischiando di cadere in un cliché sicuramente presente, ma non funzionale. Riteniamo più utile, invece, spostare il focus dell’attenzione sul concetto di responsabilità e libera scelta. Claudio Naranjo definisce che “essere responsabile significa essere presente, essere qui. Ed essere presente, è essere cosciente. A sua volta, essere cosciente è una condizione incompatibile con l’illusione di irresponsabilità per mezzo della quale evitiamo di vivere la nostra vita”.

Iniziare un percorso finalizzato a raggiungere il benessere psicologico, dunque, significa anche essere cosciente di un bisogno, o di un momento di criticità nella propria vita, e scegliere di darsi la possibilità di riconoscerlo, senza evitarlo, ricorrendo a strumenti che consentano di trarre beneficio dal potenziamento delle proprie risorse personali e dal riconoscimento dei propri copioni di vita. Usufruire del diritto alla salute psicologica è, in tal senso, una libera scelta, un’opportunità che il singolo decide di darsi, che il gruppo, la comunità, o l’organizzazione decide di dare ai propri membri. Non si può parlare, quindi, di diritto alla salute psicologica senza parlare anche di responsabilità personale e di possibilità strettamente derivanti dalla libera scelta.

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2 risposte a “Giornata Nazionale della Psicologia 2020: aspetti essenziali e riflessioni critiche sul Diritto alla Salute Psicologica”

  1. Chiara Scognamiglio dice: Rispondi

    Tutti spunti di riflessione e informazione chiari e interessanti. Complimenti

    1. Grazie mille per aver letto il nostro articolo e per il bellissimo feedback 😊

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